Il Faenza Rugby batte ampiamente un coriaceo Rugby Castello, anche se con qualche fatica di troppo. Calcio d’inizio e Leoni stabilmente nella metà campo degli avversari, ma attacchi infruttuosi e sono gli emiliani con una ripartenza dai propri 22 ad andare in vantaggio con una meta trasformata al 12′. Reazione dei faentini che grazie a due belle azioni corali creano la superiorità al largo e portano in meta Falco al 17′, trasformata da Maccan, e Maccan al 22′ (non trasformata). Sul 12-7 per Faenza, il Castello rialza la testa e approfittando di molti errori faentini si riporta in vantaggio al 30′ con una meta trasformata (12-14). Leoni di nuovo in vantaggio al 35′ con Di Bari che schiaccia l’ovale in meta dopo una bella rolling maul avanzante nei 22 avversari (17-14), ma il finale del tempo vede ancora gli emiliani in meta e chiudere la prima frazione di gioco in vantaggio (17-19). Nel secondo tempo, dopo una strigliata di coach Maccan il Faenza Rugby rientra in campo con un piglio diverso, alzando il ritmo di gioco e lasciando poco spazio agli avversari. Faenza Rugby va di nuovo in meta nell’arco di dieci minuti con Trioschi, Pambieri (2) e Maccan preciso al piede che portano il punteggio sul 38-19. Calo faentino nell’ultimo quarto d’ora della partita, con il Castello che va in meta (38-26), e continua ad attaccare l’area di meta dei Leoni, ma la difesa è buona e ci pensa Zbereanu con una ripartenza solitaria dai propri 22 a schiacciare la palla in mezzo ai pali, con Maccan che trasforma e chiude la partita sul 45-26 finale. Vittoria molto importante per la classifica e soprattutto per il morale dei Leoni, ma coach Benito Maccan non pienamente soddisfatto della prova dei ragazzi: “Abbiamo commesso troppi errori e fatto troppa fatica per chiudere una partita, dove siamo stati dominanti per larga parte del tempo. Si sono viste belle azioni personali, meno di squadra, e questo non va bene. E’ stato sbagliato l’approccio alla partita da parte di molti, contro il Cus Ferrara domenica prossima ci vorrà una testa diversa.”
Raffaele Morani